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Il Museo di "Civiltà preclassiche della Murgia meriodionale

 

 

Il Museo di "Civiltà preclassiche della Murgia meridionale" di Ostuni venne aperto al pubblico il 14 maggio 1989 nell'ex monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, con l'annessa chiesa di San Vito Martire, dove sono esposti i reperti preistorici e protostorici rinvenuti in scavi archeologici recenti effettuati nel territorio di Ostuni.

La chiesa di San Vito Martire, conosciuta col nome di "Monacelle", fu interamente edificata tra il 1750 ed il 1752, su progetto di un anonimo ingegnere napoletano.

Fu realizzata da maestranze ostunesi al posto

di una precedente chiesa medioevale di San Vito colpita dal terremoto del 1743.

La facciata evidenzia nelle sue linee l'inizio della stagione del rococò in Ostuni, che si protrarrà fino alla fine del XVIII secolo.

L'interno, a navata unica, presenta cinque altari in pietra di gran pregio artistico e due coretti, sempre in pietra sorretti da due archi con teste di cherubini. Sette tele di artisti napoletani e romani adornavano gli altari. Oltre alle tele ed agli altari in pietra, ricchi sono anche gli arredi lignei, quali l'organo settecentesco ed il pulpito, le porte interne e ed il portone d'ingresso, le finestre e le grate.

 

 

 

 

 

Raccolte archeologiche

Grotta di Santa Maria di Agnano

Si rimanda alla scheda relativa al Parco. Attualmente sono esposti al Museo i calchi delle sepolture Ostuni 1 (la donna di Ostuni, gestante con feto di 24.410±320 dal presente ) Ostuni 2 (23.450±170 BP) ed Ostuni 3 (12.000-10.000anni fa). Le vetrine presentano una scelta significativa di materiali paleolitici e neolitici. Nel 2005 si è inaugurata una mostra sulle iscrizioni messapiche e greche del santuario di Agnano, attualmente in esposizione.

 

 

 

Grotta Sant’Angelo

Sono esposti i materiali rinvenuti nel 1984, in quello che può definirsi l'unica ricerca moderna sui depositi residui di questa estesa cavità carsica, quasi sicuramente un grande luogo di culto nel Neolitico e nel Eneolitico. La sommità del deposito pleistocenico (strato III), identificato con gli scavi del 1984, venne utilizzata per la costruzione di un focolare circondato da pietre (strato II), con un'area annessa cosparsa di resti carbonizzati di Triticum dicoccum (6890±70 BP - Gif 6724). Successivamente si realizzò un piano di pietrame su cui vennero impiantati focolari e delle vere e proprie buche contenenti cereali carbonizzati (6530±70 BP - Gif 6722) con ceramiche impresse evolute, graffite geometriche a motivi lineari, industria litica e resti di animali domestici. Tra i materiali si segnala una singolare rappresentazione antropomorfa a braccia levate nella tipica posa dell'orante.

 

 

Insediamenti neolitici

Sono presentate le ricerche topografiche condotte in numerosi siti neolitici della costa adriatica che hanno restituito testimonianze significative. Si segnala in particolare Fontanelle che, oltre ai numerosi resti di cereali contenuti in grumi di intonaco di capanna (esiste l'impronta completa di una spiga di Triticum dicoccum), conserva ceramiche impresse arcaiche ed un'industria litica laminare di ridotte dimensioni, perforatori e geometrici. Tra le grotte frequentate nel IV - III millennio particolare importanza riveste quella di S. Biagio, della quale sono presentate le industrie litiche e  le ceramiche di facies Serra d'Alto.

 

 

 
     

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