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Lo sviluppo umano è un processo volto ad ampliare le possibilità di scelta di tutte le persone, non di una parte solamente di esse. Tale processo sarebbe iniquo e discriminatorio se alle donne ne fossero preclusi i benefici. Una delle accuse rivolte al progresso moderno è proprio quella di continuare a escludere le donne da opportunità economiche e politiche.
Per troppo tempo si è ritenuto che lo sviluppo fosse un processo non discriminatorio, che avrebbe apportato benefici a tutte le classi sociali, e che i suoi effetti fossero gli stessi per uomini e donne. I fatti dimostrano il contrario. In tutte le società saltano agli occhi disparità e divari correlati al genere.
Lo sviluppo umano, quale paradigma che pone le persone al centro delle sue finalità, deve essere quindi pienamente realizzato. Qualsiasi tentativo in questo senso deve fondarsi, almeno, su tre principi:
- La parità di diritti tra uomini e donne deve essere considerata come un principio fondamentale. Gli ostacoli di carattere legale, economico, politico o culturale, che impediscono l'uguaglianza dei diritti, dovrebbero essere individuati e rimossi mediante adeguate politiche di riforma e una decisa azione di implementazione dei diritti.
- Le donne devono essere considerate quali promotrici e beneficiarie del cambiamento. Investire nelle capacità delle donne e attribuire loro il potere di esercitare le proprie scelte non è soltanto un grande valore in sé, ma anche il modo più sicuro di contribuire alla crescita economica e allo sviluppo generale.
- Il modello di sviluppo attuato, benché indirizzato ad ampliare le possibilità di decisione di donne e uomini, non dovrebbe predeterminare il modo in cui culture e società diverse esercitano tali scelte. Ciò che va sottolineato è che devono esistere, sia per le donne che per gli uomini, eque opportunità di scelta (Rapporto UNDP n. 6 1995).
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