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COMUNICATO STAMPA

 

Rita Coruzzi presenta: “L’Unitalsi mi ha cambiato la vita”

 

La giornalista e scrittrice Rita Coruzzi sarà ad Ostuni mercoledì prossimo 7 agosto alle 21 nel Chiostro di Palazzo San Francesco all’interno della rassegna incontro con l’autore.

il libroLa Coruzzi presenterà ad Ostuni il suo ultimo libro: L’Unitalsi mi ha cambiato la vita (Ed. Camilliane) oltre che ripercorrere la sua attività editoriale segnata dai libri Un Volo di Farfalla e Il mio amico Karol.

L’iniziativa è organizzata dal Comune di Ostuni (assessorati alla cultura, turismo e politiche sociali) e dal gruppo Unitalsi della Città Bianca. L’intervento di Rita Coruzzi sarà preceduto dal saluto del Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella, del presidente della sottosezione di Brindisi, Donato Zigrino e sarà introdotto da una riflessione di Don Nino Minetti, Superiore Generale emerito dell’Opera Don Guanella. La serata sarà moderata dal giornalista Francesco Pecere.   

IL LIBRO: Nel libro l'Autrice, affetta da tetraparesi e dall'età di dieci anni sulla sedia a rotelle, descrive la sua esperienza con l'Unitalsi.  Questo libro è un ringraziamento da parte dell'autrice all’associazione, nel centodecennale della fondazione. L'Unitalsi è una specie di angelo custode che si prodiga per accompagnare gli ammalati a Lourdes e nei Santuari mariani.

Rita CoruzziRita Coruzzi, in seguito alla nascita prematura avvenuta 26 anni fa, si trova ad avere gravi problemi alle gambe, unitamente a una fragilità diffusa in tutte le membra. Da questa nascita prematura sono venuti i primi problemi, accresciuti in seguito dalla lussazione all’anca dovuta a mancanza dell’acetabolo.

“Non riuscivo a camminare come gli altri bambini” spiga Rita “ le mie gambe non ne volevano sapere di stare in piedi, e tutto il corpo era debole e fragile, ma la mamma non si è mai arresa, e non ha permesso che lo facessi nemmeno io. Questa è la seconda cosa: non arrendersi mai.

Ho fatto per anni fisioterapia, con sforzi e sacrifici enormi per una bambina; a volte piangevo per il dolore e la stanchezza, ma continuavo a tenere duro, stringevo i denti e andavo avanti con gli esercizi. Questo mi ha fortificato grandemente il carattere, anche se mi ha tolto forse parte della mia infanzia. Dopo alcuni interventi chirurgici finalizzati a risolvere la lussazione dell’anca, ho subito la terribile delusione dell’insuccesso che mi ha costretto ad usare la sedia a rotelle, dovendo evitare di caricare il peso sulle anche. Questa è la terza cosa: accettare la nuova condizione.

Non é stato facile, nè indolore, ma era necessario che riuscissi ad accettare questa situazione se volevo continuare a vivere, ma erano andate in crisi tutte le mie certezze e il mondo mi era crollato addosso. Un giorno ero in macchina con la mamma e le ho chiesto: “Mamma, perchè Dio mi ha abbandonato?” Lei mi diede una risposta che mi ha salvato: “Dio non ti ha abbandonato, se ti è accaduto questo significa che Lui ha progetti per te sulla carrozzina, gli servi così.” Questa frase mi aprì gli occhi a una nuova prospettiva, e anche ad una nuova fede. Questa è la quarta cosa: avere fede e credere che Dio fa sempre il meglio per noi. Da allora ho cominciato a vivere, per questo dico sempre che per me quello è stato il momento della mia rinascita. E in questa nuova vita ciò che desidero maggiormente è vivere ogni momento totalmente, in modo assoluto e profondo, come se fosse l’ultimo. Adesso mi piace la mia vita, e sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e spero di poter arrivare alle mete che mi sono prefissata. Il mio sogno è diventare giornalista e scrittrice. Vorrei comunicare a tutte le persone che la vita può essere bella in qualsiasi situazione ci si trovi, basta solo trovare la forza di accettarla così com’è.

Poi nel 2001 il suo professore di religione la convince a partire in pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi. In Francia ai piedi della Grotta di Massabielle la vita di Rita subisce una svolta importantissima. “Non posso negare di aver sperato in una guarigione fisica – ha detto -. Ma dopo il primo pellegrinaggio mi sono resa conto che era più importante sentirsi trattata come una persona, con dignità, ed essere in comunione con Dio”.

L’Unitalsi è un’associazione che opera nel campo dell’assistenza ai disabili e della cura degli ultimi e degli ammalati. La storia dell’Unitalsi ha un legame particolare con il Santuario Mariano di Lourdes che, ancora dopo più di cento anni dalla fondazione dell’Associazione, è la meta privilegiata dei propri pellegrinaggi.

Al centro della storia dell’Unitalsi c’è quindi la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre centomila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale.

 

Ostuni, sabato 3 agosto 2013

 
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