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COMUNICATO STAMPA

 

Gianfranco Viesti a “Un’emozione chiamata libro”

 

Gianfranco ViestiGianfranco Viesti sarà il protagonista dell’ottavo appuntamento con la rassegna letteraria “Un’emozione chiamata libro” che si terrà domani martedì 6 agosto alle 21, nella consueta cornice del Chiostro di Palazzo San Francesco ad Ostuni. Viesti presenterà ad Ostuni il suo ultimo libro, “Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce». Falso!” (Laterza).

L’economista pugliese sfata un luogo comune duro a morire e si confronterà con i lettori, con la giornalista Anna Maria Mori (curatrice della rassegna) e con il Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella.

“Lo scopo di questo libro - scrive Gianfranco Viesti - non è difendere il Sud, giustificare, ammorbidire. Anzi, come si vedrà per tanti aspetti non c’è «un» Sud, ma al suo interno ci sono i «buoni» e ci sono tanti «cattivi»: e questi ultimi vanno indicati e combattuti con energia. Né tantomeno lo scopo del libro è attaccare il resto d’Italia, con una misera partita doppia della corruzione e dello spreco, con uno squallido ping-pong di recriminazioni e accuse, del «noi» e del «voi». L’ambizione è notevole: provare a smontare i teoremi, gli stereotipi, i falsi idoli per stimolare interesse per come stanno davvero le cose in tutte le parti di questo nostro straordinario paese, per suscitare discussione su come possono cambiare, e sul contributo che può venire da tutte le parti d’Italia. Certo, il nord senza  il sud sarebbe contabilmente più ricco, così come lo sarebbe la Germania senza il resto dell'Europa. Ma le loro storie, politiche ed economiche, sarebbero state in passato, e sarebbero in futuro, completamente diverse. Cominciamo dal primo: Senza il Sud, l'Italia sarebbe più ricca» e crescerebbe di più. Le regioni del Sud inghiottono senza frutto un fiume di risorse pubbliche. Sono soldi sprecati, sottratti all'Italia che produce ed è costretta a mantenere i meridionali. Sono soldi che finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. D'altronde i meridionali sono diversi dagli altri italiani: non hanno senso civico, sono familisti, hanno storia e cultura a sé. Questi sono gli argomenti del teorema meridionale. Che ha una sua logica. Ma è falso. Questo libro dimostra perché”.

 E' questo il taglio del saggio, pari se non superiore, per intensità e conoscenza della materia, agli altri volumi già stampati in collana, tutti orientati a decostruire i luoghi comuni italiani. Oltre a Viesti hanno già scritto per la medesima collana anche Luciano Canfora e Federico Rampini.

Gianfranco Viesti insegna Economia applicata presso l’Università di Bari. Si occupa di economia internazionale, industriale e regionale e di politica economica. È autore, tra l’altro, di: La grande svolta. Il Mezzogiorno nell’Italia degli anni novanta (con G. Bodo, Donzelli 1997); Patti territoriali. Lezioni per lo sviluppo (con P. Magnatti, F. Ramella e C. Trigilia, Il Mulino 2005); Le sfide del cambiamento (a cura di, Donzelli 2007); Le nuove politiche regionali dell’Unione Europea (con F. Prota, Il Mulino 20083); Più lavoro, più talenti (Donzelli 2010); Senza Cassa. Le politiche di sviluppo del Mezzogiorno dopo l’intervento straordinario (con F. Prota, Il Mulino 2013).

 

Il tema della kermesse letteraria è: Ieri, oggi. E domani?.

Siamo un popolo di scarsa o nessuna memoria, ci è stato detto da tanti, molte volte. E la memoria dipende anche dalla lettura: in Italia si continua a leggere poco o pochissimo. Per quanto riguarda l'attualità, è quella del nostro vivere , e negli ultimi tempi è diventata sempre di più un ansioso e preoccupato “ dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Per il resto,  c'è la televisione: la realtà che crediamo di conoscere riguardo al mondo esterno, è quasi esclusivamente quella che ci viene raccontata dallo schermo televisivo.

Rimane il domani, il futuro. E quello, da un po' di tempo a questa parte, è come se fosse stato oscurato: non lo sappiamo, non lo vediamo, non riusciamo a immaginarlo. Il futuro è sempre stato sinonimo di sogni, di speranze. Il futuro è, per antonomasia, i giovani. Ma  sembra che ai giovani, oggi, venga proprio negato il futuro: il diritto, o la forza di costruire un progetto di vita.  E invece dobbiamo pensarlo, il futuro.  Ritrovare la capacità di volerlo e costruirlo, anche, e nonostante tutto.  Oggi il futuro è  soprattutto paura. Deve tornare a essere speranza: “Credo nella speranza” era il titolo di un bellissimo libro degli anni Settanta. Deve ritornare di attualità. E allora la domanda d'obbligo a tutti i partecipanti alla rassegna di quest'anno, qualunque sia il tema del loro scrivere,  sarà proprio questa: “ E domani?”

 

Ostuni, lunedì 5 agosto 2013

 
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