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COMUNICATO STAMPA

 

Concita De Gregorio a “Un’emozione chiamata libro”

 

Concita De GregorioLa giornalista Concita De Gregorio, sarà la protagonista del nono appuntamento della XVII edizione “Un’emozione chiamata libro” che si terrà oggi giovedì 8 agosto, nella consueta cornice del Chiostro di Palazzo San Francesco ad Ostuni.

Concita De Gregorio presenterà ad Ostuni il suo ultimo libro “Io vi maledico” (Einaudi). La giornalista e scrittrice si confronterà con i lettori, con la giornalista Anna Maria Mori (curatrice della rassegna) e con il Sindaco di Ostuni, avv. Domenico Tanzarella.

Il libro è il ritratto del Paese in cui viviamo “sempre sfocato dalle risse e dalle urla del presente che si fa piú nitido quando le piccole storie di ciascuno sono cucite insieme in modo da comporre una grande storia corale. «Io vi maledico» c’è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell’Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. «Io vi maledico», dice la figlia dell’imprenditore che si è ucciso strozzato dall’usura bancaria, la studentessa venuta dalla Puglia e mantenuta da genitori operai che trova chiuse le stanze dei baroni romani, il minatore del Sulcis che voleva fare politica per la sua gente ma non ha trovato posto, la sindaca della Locride minacciata di morte, che vede andare milioni di euro in fumo. Sale dalle manifestazioni di piazza, dall’indifferenza offesa degli italiani assenti, una rabbia che è insieme fragilità, impotenza. La rabbia giusta dei giovani indignati che contagia le città di tutto il mondo e quella cieca di chi lancia sassi. La rabbia: che se è una malattia portata dai topi uccide popoli interi, se è un vento rivoluzionario cambia il mondo, se è un fumetto fa divertire i bambini, se la governi ti è amica – insegna Hulk, che di rabbia è verde. Se ti fai governare da lei – in politica come in amore, nella vita di tutti e in quella di ciascuno – hai già perso: l’uomo che ami, le elezioni, la fiducia in chi ti rappresenta o dovrebbe, la fortuna, la vita”.

L’autrice ci ha parlato della rabbia, un sentimento collettivo che fa parte della vita di ognuno di noi, capace di trasformare le nostre esistenze in storie senza futuro.

Le storie raccolte dalla giornalista in un viaggio lungo la penisola e raccontate in questo romanzo corale, si fanno reportage e denuncia sociale. L’autrice lascia che siano queste decine di voci, di donne e di uomini, a parlarci del Paese che non va: del Paese dove i precari rimangono precari, dove i lavoratori delle fabbriche o delle miniere si ammalano di lavoro, dove neppure l’impegno di una vita basta per conservare un posto ed uno stipendio, falciati dalla logica della globalizzazione e dalla visione impersonale di amministratori delegati di aziende senz’anima. Sono storie che parlano di figli e di bambini malati di rabbia – che a scuola viene chiamata iperattività - la stessa che i genitori stanchi e disillusi hanno insegnato loro.

Un romanzo commovente, una fotografia dell’Italia di oggi in cui i sogni sono diventati un lusso e la speranza una cattiva abitudine. Un popolo che vuole essere ascoltato e che non trova risposte.

Nata a Pisa nel 1963, da madre spagnola (di Barcellona) e padre toscano, ha studiato al liceo classico “Niccolini Guerrazzi”; successivamente ha conseguito la laurea in scienze politiche all’Università di Pisa. Nel frattempo ha inizia la professione nella radio e tivù locali toscane entrando nel 1985, nel giornale “Il Tirreno” dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino, Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a “La Repubblica” dove si è occupata di cronaca e politica interna; nel 2002 ha pubblicato “Non lavate questo sangue”, diario dei fatti del G8 di Genova e un racconto per la rivista letteraria di Adelphi. Nel 2006 ha pubblicato per  Mondadori: “Una madre lo sa” arrivando  tra i finalisti del Premio bancarella 2007. Il 22 agosto 2008 viene ufficializzata la nomina a direttrice de l'Unità, carica che ha ricoperto fino al 7 luglio 2011 quando ritorna a “La Repubblica”. Il 25 aprile 2010 è stata insignita del premio “Renato Benedetto Fabrizi” e nel 2001 pubblica il saggio “Così è la vita”. È sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli maschi.

 

Il tema della kermesse letteraria é: Ieri, oggi. E domani?.

Siamo un popolo di scarsa o nessuna memoria, ci è stato detto da tanti, molte volte. E la memoria dipende anche dalla lettura: in Italia si continua a leggere poco o pochissimo. Per quanto riguarda l'attualità, è quella del nostro vivere , e negli ultimi tempi è diventata sempre di più un ansioso e preoccupato “ dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Per il resto,  c'è la televisione: la realtà che crediamo di conoscere riguardo al mondo esterno, è quasi esclusivamente quella che ci viene raccontata dallo schermo televisivo.

Rimane il domani, il futuro. E quello, da un po' di tempo a questa parte, è come se fosse stato oscurato: non lo sappiamo, non lo vediamo, non riusciamo a immaginarlo. Il futuro è sempre stato sinonimo di sogni, di speranze. Il futuro è, per antonomasia, i giovani. Ma  sembra che ai giovani, oggi, venga proprio negato il futuro: il diritto, o la forza di costruire un progetto di vita.  E invece dobbiamo pensarlo, il futuro.  Ritrovare la capacità di volerlo e costruirlo, anche, e nonostante tutto.  Oggi il futuro è  soprattutto paura. Deve tornare a essere speranza: “Credo nella speranza” era il titolo di un bellissimo libro degli anni Settanta. Deve ritornare di attualità. E allora la domanda d'obbligo a tutti i partecipanti alla rassegna di quest'anno, qualunque sia il tema del loro scrivere,  sarà proprio questa: “ E domani?”

 

Ostuni, giovedì 8 agosto 2013

 
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