Ufficio Stampa
COMUNICATO STAMPA

 

Riordino delle Province: la posizione del Sindaco di Ostuni

 

Il Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella, si è espresso in maniera molto critica dopo la riunione di lunedì scorso con la partecipazione di tutti i comuni della provincia di Brindisi.

“Sono particolarmente seccato e disorientato di fronte alla disinvoltura con la quale si modificano posizioni e considerazioni.  Siamo l’unica provincia in Italia ad avere dato vita ad una sorta di carnevale e di festival della scelta su quale tipo di aggregazione futura immaginare.

Questo mi ha portato amarissima considerazione di valutare una sorta di inesistenza di territorio e di una identità che, nonostante il passare di ben 85 anni, non si era  consolidata e quindi non è vero che non si è fatta l’unità d’Italia, non si era fatta l’unità della provincia di Brindisi, questa la verità. Quindi un territorio inesistente atteso che qualcuno è voluto andare con Bari, qualcun altro con Lecce, altri con Taranto, altri Grande Salento e quindi qui c’è un deficit di amalgama, di riconoscimento della difesa comune di una identità e di un territorio che, invece, era quanto mai necessario.

Quest’iniziativa mi auguro che non arrivi in ritardo e, soprattutto devo ricordare a me e a tutti quanti che nelle altre riunioni che noi abbiamo fatto quando era ancora presidente Massimo Ferrarese, io avevo esordito proprio con questa premessa e cioè con la necessità di avere una posizione comune. Quindi di fronte invece alla indisponibilità dei comuni più vicini a Lecce che avevano manifestato all’inizio questa naturale predisposizione ad andare alla provincia di Lecce, avevamo concordato col Presidente Ferrarese e col sindaco di Brindisi, la soluzione dell’accorpamento e della ristrutturazione che vedesse insieme Taranto e Brindisi, con la possibilità di avere il doppio capoluogo. Quindi alla fine di tutto questo percorso, si ha l’impressione che solo il Comune di Ostuni  avesse fatto questa scelta.

Io ho seguito, invece,  le strategie che partivano dal presupposto di una particolare valenza di questa nuova  provincia che aveva due aeroporti, due porti, infrastrutturazioni di alto livello, delle potenzialità sia sul piano della popolazione che sul piano dello sviluppo economico e sociale che avevamo tutti quanti condiviso.

Poi non so cosa è successo; di fronte all’ignavia della stessa Regione Puglia che di fatto si è lavata le mani rimettendo tutto al Governo e di fronte all’abbandono della nave come nel caso del presidente Ferrarese, adesso si tentato altre strade. Devo solo far presente che, il “Grande Salento”, lo avevo ipotizzato dall’inizio non fosse altro perché della città jonico-salentina, sono stati teorizzatori, gli inventori e i teorizzatori, proprio i socialisti addirittura quasi 30 anni fa e ipotizzando la città policentrica  che fosse formata da Brindisi, Lecce e Taranto con tutto quello che significava sul piano  del coinvolgimento politico, istituzionale, sociale ed economico. Oggi si torna a questo minimo comune denominatore. Evidentemente c’è stato qualcosa che è cambiato in corso d’opera e che è sconosciuto alla maggior parte di noi o solo a me Veramente abbiamo dato l’impressione in questa provincia di essere una sorta di armata Brancaleone. Io non ci sto a questi giochetti che non sono comprensibili e avrei gradito che la provincia di  Brindisi fosse rimasta, se esistente,  unita nella difesa  di questo territorio e della sua identità anche in fase di accorpamento con gli altri. Invece ho visto cambiamenti di posizioni anche di altri comuni come Latiano, Mesagne, Oria che sono, sinceramente, inspiegabili. Io ho dato la mia disponibilità come sempre e come al solito sottoscrivendo quest’auspicio proposto dal sindaco di Brindisi. Quindi grande onore a questa ex provincia che evidentemente non ha avuto mai la consapevolezza della sua identità, del suo territorio, della sua storia e delle sue ragioni di sopravvivenza. Quindi se così stanno le cose non possiamo aspettarci niente di buono per il nostro futuro. Se dobbiamo fare la corsa e andare a Lecce, io sono il primo per ragioni turistiche, di  opportunità, per cinismo politico visto e considerato che un comune come Ostuni, nel contesto dei 96 comuni leccesi, sicuramente potrebbe svolgere il suo ruolo.

Tanzarella si sofferma anche su alcune posizioni espresse tra i consiglieri comunali della Città Bianca. “Vorrei chiarire a qualcuno che ogni tanto si erge a fare il solone senza capire neanche di cosa sta parlando che io non ho mai assunto posizioni personali; noi siamo andati in Consiglio Comunale e il consesso cittadino si è espresso a stragrande maggioranza; nessuno in consiglio comunale ha proposto il referendum; che non mi risulta essere nemmeno un mezzo politico utilizzato dagli amici dell’Udc. Forse in Ostuni c’è qualcuno che rappresenta l’Udc ma pensa di far parte in realtà forse di qualche altra formazione che non sta a me valutare. Il referendum nella provincia di Brindisi l’ha fatto solo Fasano e comunque, in ogni caso, il problema di fondo è che il referendum o lasciare tutti i comuni di esprimersi liberamente, è una sorta di ritorno all’assemblearismo puro di  ottocentesca memoria che non penso sia assolutamente consono agli obiettivi che dovevamo raggiungere.

 

Ostuni, mercoledì 7 novembre 2012

 
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